Subito, …subito, il “subito” del Vangelo di oggi. Certo San Vincenzo si ispirò anche a questo “subito” vissuto da Gesù, imitandolo nella sollecitudine, nella premura, e non solo intese come s-correre del tempo.
Subito Gesù e i primi compagni, usciti dal tempio, visto quello che stava succedendo, andarono a casa di uno di questi.
E subito, parlarono loro di quello che in casa stava accadendo.
Gesù ha appena iniziato a… farne una delle Sue. Il Signore si sta rivelando. E già tutti commentano e tanti lo cercano…
L’antefatto: per la prima volta Gesù, da buon ebreo adulto, ha commentato la Parola in pubblico nella sinagoga di Cafarnao. Ed ha incantato tutti, “come uno che ha autorità”… ma al silenzio stupito è seguita la sorpresa di urla, invettive, gesti inaspettati: un folle (“un indemoniato”) vuol far tacere Gesù, perché é “il Santo di Dio”, e invece sarà lui ad essere zittito, liberato, guarito dall’intervento salvifico di Gesù Cristo.
Subito Gesù fugge la folla e la “fama”, e cerca la tranquillità e il calore di una famiglia amica. Dio ha bisogno dell’uomo, perché la Carità si esprime nella pienezza dell’umanità, nella cura dei piccoli gesti, nella tenerezza delle attenzioni… ed ecco, ancora c’è bisogno di un suo intervento “divino”… subito qualcuno comunica a Gesù la malattia di una degli anziani di casa. Ci si preoccupa per lei, si parla di lei, e le si accompagna Gesù vicino. Ancora attenzioni e piccoli gesti: “la sollevò prendendola per mano”, e non solo l’anziana guarisce immediatamente ma si mette pure ad aiutare in casa (subito, si potrebbe ancora ripetere).
La potenza di Dio ha bisogno di tenerezza, cura, attenzione, calore umano. L’immensità dell’Amore abbraccia la nostra debolezza, la nostra fragilità, le nostre stanchezze e i nostri slanci, certi che l’Amore “subito” può alleviare le inquietudini, guarire le ferite, liberare il cuore.