Questa mattina… già tumultuosa in mezzo a via Nizza,
ancor prima di aprire il nostro portone.
Sulla porta, arriva Zakaria.
Cammina lento lungo il marciapiede, sorride, pare misurare i passi. Non tornava da tempo.
“Stai bene, Zakaria??”
“Eh, si…”
“Entra pure, caro, buona Colazione!”
Quando esce, sfila dalla tasca dei fogli, li spiega e mostrandoli aggiunge:
“Guarda cosa ho avuto.”
Un foglio di dimissione da un Centro di Riabilitazione… fitto fitto, con capitoletti spessi,
ci vorrebbe tempo per leggere ma già dal “titolo” lungo ed articolato è facile sintetizzare:
un tumore all’esofago.
Per far capire meglio, apre un poco il colletto della camicia:
un’evidente cicatrice contorna la gola. Richiude subito e sorride.
Zakaria è un Amico senza dimora. E’ di origine africana, la sua pelle è molto scura.
Ora, per strada in Italia, sta curando un tumore.
E cosa dice a commento, prima di salutare e darci appuntamento a domani?
“Dobbiamo ringraziare il Signore, sai, perché c’è chi sta peggio di noi,
l’ho visto in ospedale!”
A Torino diluvia. Ma sotto il portico della Charité splende il sole.
Grazie, Zakaria.