“Oggi vengo a casa tua”

           

 
Casa Santa Luisa ha vissuto una giornata “per avvicinare i ragazzi alla Carità e per incontrare e lasciarsi incontrare da Gesù nei Poveri”. Così i 2 Seminaristi diocesani, Paolo e Giovanni, hanno presentato l’incontro “Oggi vengo a casa tua” per il Gruppo Giovani della Parrocchia Santa Caterina da Siena di Torino.

Giovanni ci ha poi scritto: “Grazie della vostra accoglienza e testimonianza! Spero che oggi sia nata un’amicizia e collaborazione!” e ha riassunto l’incontro nel testo seguente.

 

È sabato. La città dorme. Sulla metro poche persone. Scendiamo alla fermata Marconi in direzione via Nizza 24. Sui volti dei giovani che sono con me si incomincia a delineare la curiosità, la paura e anche qualche pregiudizio. Varchiamo il grande portone di legno e mi chiedo: oggi, Signore, come mi verrai incontro, come mi farai accorgere della tua presenza in mezzo a noi? Ci distribuiamo i vari compiti per poter affrontare il servizio delle colazioni: i ragazzi sono tutti intenti a capire bene cosa devono fare, a compiere con diligenza il loro lavoro, a non sbagliare. Subito si accorgono che c’è qualcosa di più importante dell’organizzazione e dell’efficienza del servizio: sono gli amici, gli ospiti, la gente della strada che è lì a far colazione. In punta di piedi cercano di farsi prossimi a loro con un buongiorno, un sorriso o un gesto gentile. Subito intuiamo la verità della massima di Gesù: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”
La nostra giornata a Casa Santa Luisa continua con una mattinata di ritiro dal titolo “Oggi vengo a casa tua!”. A guidarci la figura evangelica di Zaccheo e la storia del grande santo della carità, San Vincenzo de’ Paoli. Dopo un lauto pranzo ci siamo tuffati in mezzo a sacchi di vestiti, giocattoli, coperte… tutto da ordinare. Incominciamo a cantare e alla memoria tornano i volti degli amici incontrati al mattino.
Lodiamo il Signore per la ricca giornata e ci portiamo a casa il desiderio che la carità non si limiti a qualche ora o ad una giornata, ma diventi uno stile di vita. Abbiamo percepito che farsi prossimi vuol dire farsi piccoli quanto il Bambino della grotta di Betlemme per lasciare spazio all’altro che ci viene incontro. Abbiamo percepito che il Signore si è reso presente nei volti dei poveri, degli umili che abbiamo servito. Vogliamo fare della nostra vita una fascia: quella fascia che avvolge il Bambino Gesù nella mangiatoia, una fascia che avvolga le ferite degli uomini.

Giovanni, Seminarista della Diocesi di Torino

 



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