La “Charité“, insieme alla Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo,
al n.24 di via Nizza ospita Casa AIL, l’accoglienza dell’Associazione Italiana Leucemie del Piemonte.
Che bello sentire come dette anche a noi queste parole di Papa Francesco
che parla ai malati ematologici e a chi li accoglie, accudisce e accompagna,
e pensare ai nostri Amici senza dimora, a loro modo “malati”, isolati, sofferenti,
e a noi volontari della “Charité”, per loro “presenza di tenerezza e conforto” con affetto, impegno, organizzazione e umanità.
“Una delle cose che più mi ha toccato quando, sei anni fa, sono arrivato a Roma, è il volontariato italiano. È grandioso!
Voi avete tre cose grandi, che implicano un’organizzazione tra voi:
il volontariato – che è molto importante –, il cooperativismo, che è un’altra capacità che voi avete, di fare cooperative per andare avanti, e gli oratori nelle parrocchie.
Tre cose grandi. Grazie di questo. Come Maria, rimasta ai piedi della Croce di Gesù, anche loro, i volontari, ‘stanno’ presso il letto dei sofferenti e realizzano quell’accompagnamento che porta tanta consolazione: è presenza di tenerezza e di conforto, che realizza quel comandamento all’amore reciproco e fraterno che ci ha consegnato Gesù (cfr Mc 12,31)… Vicinanza, prossimità, come Maria ai piedi della Croce. E ci sono tante storie, tante storie di croce tra voi. … Grazie. A volte la prolungata permanenza in reparti di isolamento risulta essere davvero pesante da sopportare; la persona prova sulla propria carne l’impressione di sentirsi separata dal mondo, dalle relazioni, dalla vita quotidiana. Lo stesso andamento della malattia e delle terapie la costringe ad interrogarsi sul proprio futuro. A tutti i malati che vivono questa esperienza voglio assicurare che non sono soli: il Signore, che ha provato l’esperienza dura del dolore e della croce, è lì accanto a loro.
La presenza di tante persone che condividono con essi questi momenti difficili è segno tangibile della presenza e della consolazione di Gesù e di sua madre, la Vergine Maria, Madre di tutti gli infermi. Penso, in particolare, a quanti esprimono la condivisione della Chiesa alle persone che soffrono … Mediante la loro testimonianza spirituale e fraterna, è tutta la comunità dei credenti che assiste e consola, diventando comunità sanante che rende concreto il desiderio di Gesù perché tutti siano una sola carne, una sola persona, a partire dai più deboli e vulnerabili.”
Laura, Referente di Casa AIL Torino consegna il foulard a Papa Francesco